Il complicato processo per l’indipendenza italiana

Tempo di lettura: 4 minuti Per arrivare all'unità del nostro paese ci furono diversi passaggi, abbastanza sanguinosi per i combattenti dell'unità.
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Per arrivare all’unità del nostro paese ci furono diversi passaggi, abbastanza sanguinosi per i combattenti dell’unità.

Il 1847 è ricordato per le rivolte successe nell’Italia del sud, dove i Borboni con il “Regno delle due Sicilie” la controllavano, le rivolte durarono poco ma esplosero in più città, la più cruenta fu a Napoli dove i patrioti eressero le barricate in Via Toledo resistendo in un primo momento all’esercito dei Borboni, ma vennero sconfitti dai colpi di cannone, la sommossa fu repressa nel sangue e i promotori fucilati in piazza come avvertimento. Il decennio 1848-1858 fu caratterizzato dalle rivolte promosse dai mazziniani che però furono represse nel sangue.Come promotore dell’unita d’Italia si mosse il Regno Sardo-Piemontese guidato dal re Carlo Alberto, l’obbiettivo era conquistare l ‘Italia settentrionale che era in mano all’Impero austriaco. In un primo momento ci fu l’appoggio dello Stato Pontificio e del Regno delle Due Sicilie che però si ritirarono presto anche se molti volontari scelsero di restare con le truppe del Regno Sardo-Piemontese per combattere gli austriaci, fra questi volontari troviamo anche Giuseppe Garibaldi.

Fra il 18 e il 22 Marzo del 1848 gli italiani riescono a piegare con una battaglia molto aspra il nemico austriaco con le famose “Cinque giornate di Milano”. L’esercito Sardo-Piemontese riuscì ad avanzare verso il Veneto conquistando alcune città, grazie anche alle insurrezioni popolari. Ma durante la seconda fase della guerra gli austriaci grazie all’intelligenza del loro generale Radetzky riescono a contrattaccare, nella “Battaglia di Custoza” che durerà dal 22 al 27 Luglio l’Impero Austro-Ungarico piega l’esercito sabaudo mal messo sul territorio che ripiegherà verso la Lombardia, subendo cosi la sconfitta definitiva e ponendo fine alla prima guerra d’indipendenza. Nel 1850 entrerà nel governo piemontese  Camillo Benso Conte di Cavour, inizialmente come ministro dell’agricoltura per poi ricoprire anche l incarico di ministro delle finanze. Diventò primo ministro il 4 Novembre 1852 grazie ad un’accordo tra le forze di centro-destra e centro-sinistra. Cavour capì subito che l’impero Austriaco era troppo forte per il Regno Sardo-Piemontese quindi cerco subito alleanze contro l’Austria, trovò un alleato fondamentale in Napoleone III. La strategia di Cavour consisteva di appoggiare la Francia nella guerra di Crimea ottenendo cosi un patto di aiuto in caso di attacco, furono mandati solo 1000 soldati in Crimea. Nel 1856, il Regno di Sardegna partecipa alla conferenza di Parigi richiamando l’attenzione sulla “Questione Italiana”.

Il biennio 1859-1860 fu caratterizzato dall’alleanza sardo-francese siglata nel 1859 a Plombiers fra Cavour e Napoleone, questo patto prevedeva un aiuto francese in caso di aggressione austriaca. A questo punto il Regno di Sardegna provoco l’Austria piazzando nel confine una linea di militari, l’Austria cadde nella provocazione e dichiarò guerra al Regno Sabaudo. Il conflitto inizio il 27 Aprile del 1859,prosegui con una serie di vittorie dei sardo-francesi che riuscirono a vincere il nemico austriaco costringendolo alla ritirata nelle battaglie più importanti.La guerra si concluse con l’armistizio di Villafranca e la sconfitta austriaca costringendola a cedere la Lombardia alla Francia,che Napoleone donerà al Regno sabaudo in cambio di Nizza e la Savoia. Come conseguenza a questa vittoria anche i ducati di Parma, Modena, Toscana e Bologna votarono l’annessione al Regno Sardo-Piemontese. A questo punto per cercare di completare l’unità bisogna eliminare i Borboni dall’Italia merdionale, questo importante compito fu affidato a Giuseppe Garibaldi che salpo da Quarto nel Maggio 1860 con 1000 uomini, sbarcarono a Marsala l’11 Maggio e con la maggior parte del consenso della popolazione locale riuscirono facilmente a piegare i Borboni.

Il 30 Maggio i patrioti riuscirono a prendere Palermo conquistando così la Sicilia, nel mentre la Basilicata insorse e si dichiarò italiana. Le truppe garibaldine proseguirono appoggiate sempre dalle popolazioni locali che volevano fortemente l’unità, dopo aver vinto a Napoli, i Borboni ripiegarono su Castel Volturno dove i garibaldini piegarono definitivamente i Borboni liberando così l’Italia meridionale e consegnandola al Re del Regno di Sardegna. Le truppe di Vittorio Emanuele II scesero verso l’Italia centrale che era sotto il controllo dello Stato Pontificio, nelle Marche ci fu una violenta battaglia contro le truppe papaline precisamente a Castelfidardo dove le truppe del Re riuscirono a far indietreggiare le truppe pontificie su Ancona dove si registrò un altra vittoria del Re, a seguito di un plebiscito Marche e Umbria furono annesse al Regno Sardo-Piemontese. Il 17 Marzo 1861 il parlamento italiano proclamò Vittorio Emanuele ll Re d’Italia. Il processo d’unificazione non era completo poiché Veneto, Trentino e Friuli appartenevano all’Austria e Roma allo stato pontificio.

Nel 1866 ci furono tensioni fra Prussia e Austria e l’Italia cercò di sfruttare la situazione a suo favore per completare il processo di unificazione, il 16 Giugno 1866 iniziò la terza guerra di indipendenza con l’alleanza italo-prussiana con l’obbiettivo comune di eliminare l’Austria. Guidati dal generale La Marmora le truppe sabaude subirono pesanti sconfitte che comunque non furono decisive per il conflitto che terminerà con la vittoria della Prussia di Otto Von Bismarck, secondo i trattati Mantova e il Veneto e parte del Friuli furono ceduti al Regno d’Italia. Rimaneva Roma che però era difesa dalle truppe francesi che lasciarono Roma dopo la sconfitta di Napoleone III a Sedan il 1 Settembre 1870,le truppe italiane con bersaglieri e carabinieri in testa riuscirono a violare la breccia di Porta Pia entrando cosi nella città il 20 Settembre, Papa Pio IX scomunicò il Re. Nel mese seguente ci fu un plebiscito che sancì l’annessione di Roma al Regno D’Italia.

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