La concezione del corpo nel mondo cristiano antico

Tempo di lettura: 4 minuti Pensate che Gesù abbia insegnato a mortificare il corpo e a disprezzarlo? A considerarlo così tanto inferiore all'anima come di solito si pensa? Ebbene, non è così che vanno le cose.
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Pensate che Gesù abbia insegnato a mortificare il corpo e a disprezzarlo? A considerarlo così tanto inferiore all’anima come di solito si pensa? Ebbene, non è così che vanno le cose.

C’è una tradizione della concezione negativa del corpo che risale al mondo pagano: per esempio dalla filosofia stoica, o dalla filosofia di Platone dove c’è una netta contrapposizione tra anima e corpo (il corpo è considerato tomba dell’anima).

Perché il corpo è stato sempre così maltrattato e sottovalutato? Non è il corpo la nostra carta da visita? Non è con un corpo che nasciamo, viviamo e moriamo? I latini dicevano anche “mens sana in corpore sano“: la salute della mente dipende anche da quella del corpo. Dobbiamo stare bene nel nostro corpo… Quante patologie del corpo oggi affliggono la nostra società contemporanea: bulimia, anoressia, narcisismo… Il corpo, quella strana e al tempo stesso straordinaria cosa che ci troviamo a possedere da quando siamo nella pancia delle nostre madri.

Appunto, delle nostre madri. Anche la donna è stata per tanto tempo sottovalutata, nonostante abbia un ruolo fondamentale nella procreazione, nella prosecuzione della stirpe. Eppure, per molto tempo era considerato l’uomo quello che aveva la parte determinante nel procreare, l’uomo con il suo seme. La donna invece era un semplice contenitore che custodiva il nuovo essere vivente. Ma andiamo con ordine. La nostra società occidentale affonda le radici nel mondo pagano e in quello giudaico-cristiano. Il primo cristianesimo comprende infatti ebrei e pagani convertiti alla nuova religione, dunque eredita anche alcuni aspetti della concezione del corpo di ebraismo e paganesimo.

Abbiamo già citato Platone, gli stoici, le filosofie ellenistiche.. il corpo in questi casi veniva visto come un ammasso di carne che doveva essere trasceso. Il saggio era colui che sapeva astenersi dal sesso, ciò rappresentava un trionfo della volontà sul corpo, della ragione sulla carne… Anche nel mondo pagano dunque la donna non è concepita positivamente, dal momento che con la sua bellezza provoca l’impulso sessuale nell’uomo, un impulso che è misterioso, potentissimo e trascinante… E il giudaismo? Che eredità ha dato al cristianesimo per quanto riguarda il corpo?

All’interno del giudaismo la famiglia, il matrimonio e la procreazione sono gli elementi costitutivi di un uomo. La procreazione in particolare è il mezzo con cui un ebreo osservante si atteneva ad un dovere, quello cioè di procreare nuovi figli per il popolo di Israele. Dio dice:”andate e moltiplicatevi”. Invece, nel giudaismo, il celibato, dunque in particolare la verginità del maschio rappresenta una scelta di rottura, una ribellione nei confronti della società. La procreazione è un obbligo. Si pensi anche a quanto fosse diffusa la mortalità infantile a quei tempi.. Rendere la procreazione un obbligo era un modo per sconfiggere la morte. Il sesso dunque era lecito ma all’interno della famiglia. Il piacere che nasceva dal rapporto sessuale non era però condannato, era visto come un dono di Dio.

Alcune componenti del mondo ebraico come ad esempio gli Esseni del Mar Morto vedono sia nella verginità maschile che in quella femminile una preparazione al ritorno del regno di Dio, la verginità ha dunque un valore escatologico. Per alcuni l’astenersi dal rapporto sessuale, parlo per esempio degli gnostici, è un modo per affrettare la fine dei tempi. E al tempo stesso la scelta di castità viene vista come una scelta di ribellione alla società che imponeva il matrimonio e la procreazione.

Ci saranno dunque cristiani, più conservatori e per così dire borghesi (come i capifamiglia cristiani e il clero moderato) che ammetteranno il matrimonio come “male necessario” : piuttosto che ardere di desiderio è meglio sposarsi; dal momento in cui Adamo ed Eva sono stati cacciati dall’Eden l’uomo è stato destinato a procrearsi, dunque il matrimonio è una sorta di rimedio. Altri che riterranno che dopo che il cristiano abbia ricevuto il battesimo, dovrà astenersi completamente dal sesso. Questo è un modo per accedere alla vita angelica.

L‘encratismo, che è una corrente del cristianesimo diffusissima nella Siria del II-III sec. affermava l’astinenza totale, la verginità perpetua.
Origene per esempio si evirò per essere eunuco pronto per il regno dei cieli. Questo movimento degli encratiti creerà gravi problemi sociali: infatti non ci può essere società se non c’è procreazione.

Inoltre anche quelli che ammettono il rapporto sessuale all’interno del matrimonio rifiutano alcune cosiddette deviazioni come l’adulterio, la fornicazione, il concubinato, la sodomia
Da San Paolo per esempio viene condannata sia l’omosessualità maschile che quella femminile, tipica delle società pagane.
Secondo San Paolo l’omosessualità dei pagani è segno del fatto che Dio ha reso perversa la loro intelligenza. Un padre della Chiesa, Gerolamo, ritiene che l’ascetismo sia la via come rinuncia totale al mondo. Dunque sostiene che sia necessario anche astenersi dal cibo praticando il digiuno, modo per affermare la propria volontà sul corpo.

Infine si pensi a come Agostino, da una concezione abbastanza moderata sul sesso visto come modo per vincere la morte, alla fine arrivi a dire che attraverso la procreazione si trasmette di uomo in uomo il peccato originale. Non ci stupiamo dunque se oggi la tendenza è quella di mortificare il corpo, disprezzarlo. Certo oggi sono in gioco tanti altri fattori.

La nostra è una società di consumo, dove le patologie del corpo sono spesso patologie del benessere. Insomma non si sa che fare di questo corpo sempre così sottovalutato non solo dalla religione ma anche dalla speculazione filosofica.

Fonti:
Michela Marzano, La filosofia del corpo
Peter Brown, Il corpo e la società. Uomini, donne e astinenza sessuale.

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