Che Spielberg celebrasse i valori della democrazia americana era ben evidente già nel film “Salvate il soldato Ryan”, ma questo aspetto diventa forse ancor più centrale nel recente “Il ponte delle spie”.
Non siamo nella seconda guerra mondiale, ma durante la guerra fredda. Il punto di vista della vicenda si sposta continuamente dagli americani ai russi. Una spia russa e un avvocato americano. Quest’ultimo, interpretato da Tom Hanks dovrà difendere in tribunale la spia russa, per dimostrare che la giustizia americana è corretta e permette un giudizio giusto anche al nemico. Si dovrebbe trattare quindi di un processo formale. Peccato che l’avvocato si prenda a cuore la vicenda e voglia vederci chiaro fino in fondo. Degno di nota è anche la spia russa, che come copertura fa il pittore e che è sempre perennemente impassibile e imperturbabile. Anche quando di parla di morte.
“Non la vedo preoccupato…” “Servirebbe?”- è la risposta del russo.
L’eroismo è spesso presente nei film di Spielberg. Forse un eroismo un po’ eccessivo, ma questo non toglie alcun valore ai due personaggi principali. Anzi. Proprio l’essere due persone un po’ eroiche è ciò che li accomuna. Sono due uomini tutti di un pezzo. Ognuno a modo suo. Questo a dimostrare che non importa a quale nazionalità appartengono. Entrambi sono uomini di valore.
Spielberg dunque non è di parte. L’avvocato fa il suo dovere fino in fondo, difendendo in tutti i modi possibili il suo cliente. Andrà addirittura a Berlino per risolvere il caso. E riuscirà a salvare la vita anche a due suoi connazionali, fatti prigionieri dai russi.
La spia russa manterrà fede al suo governo. Non rivela alcuna informazione preziosa agli americani, anche a costo di morire.
In un certo senso la vicenda del film mi ha ricordato quella di un altro film, tratto da un libro: “il buio oltre la siepe”. Centrale anche lì era un processo, un processo che anche in quel caso l’avvocato voleva che fosse giusto, a tutti i costi. Ne “il buio oltre la siepe” siamo nell’America razzista degli anni Venti e ad essere messo sotto accusa è un nero, incolpato di aver violentato una donna. Ma non è la verità.
La verità è ben più losca e oscura e l’avvocato la scoprirà anche a costo della sua reputazione e della incolumità della sua famiglia. Anche questo avvocato è un padre, e ai suoi figli vuole insegnare cos’è la giustizia, che cosa significhi andare al di lá dei pregiudizi. Appunto il buio oltre la siepe.
Il buio oltre la siepe fa paura. Ma fa paura perché non lo si conosce. Bisogna affrontarlo però per capire come stanno veramente le cose. E così anche quello che pensavamo fosse il cattivo lo lo vedremo sotto un’altra luce.
Certo il film di Spielberg è anche una riflessione sulla follia di aver costruito letteralmente un muro fra est e ovest. Gli uomini sono tutti uguali, a qualsiasi nazionalità appartengano.
E così l’avvocato vedendo dei bambini che tentano di scavalcare il recinto di un giardino, non potrà non pensare a tutte quelle persone che hanno tentato di scavalcare il muro.
Di: RLS Staff
Fonti:
Web
Claudio Pira
Un film che mi sono imposto di vedere in questi mesi… non mi piace però che la \”morale americana\” salti sempre fuori in film che dovrebbero insegnare la storia in modo oggettivo… scriverò un altro commento non appena l'avrò visionato, magari per discuterne un po'! 😉
wwayne
Tra i film recenti mi ha colpito molto anche quest'altro: https://wwayne.wordpress.com/2016/01/17/un-film-completamente-folle/. L'hai visto?
Claudio Pira
Metterò anche quest'altro tra i prossimi film da visionare, grazie wwayne! 😉
wwayne
Se ti va, poi fammi sapere come l'hai trovato. Se invece non dovessi più sentirti, per me averti convinto a vederlo è già una grande soddisfazione. Grazie a te per la risposta! 🙂