I virus sono organismi parassitari obbligati, ossia necessitano di un ulteriore organismo per potersi replicare.
Nel 1947 venne isolato per la prima volta il virus Zika da un primate in Uganda. Nel 1952 venne invece isolato dall’uomo e tuttavia solo negli ultimi anni si è particolarmente diffuso. L’Organizzazione Sanitaria Mondiale ha infatti dichiarato nel febbraio 2016 che l’epidemia da virus Zika è “un’urgenza di sanità pubblica mondiale”.
Come tutti i virus, esso presenta una sintomatologia ben precisa: febbre, prurito, lacrimazione, rash cutaneo, tumefazione articolare e possibile nausea. Inoltre, ci sono stati dei casi fortemente presenti ma non ancora scientificamente accertati di microcefalia: le autorità del Brasile hanno ipotizzato un collegamento tra il contagio attuale di Zika nelle donne incinte e la microcefalia, una malattia che causa malformazione del cranio nei neonati. Quest’ultimo fatto non è stato ancora nettamente dimostrato, nonostante la stessa OMS mostra un forte sospetto, in quanto i casi di malformazione cerebrale sono altamente incrementi propri durante l’epidemia.
Ma come può un virus del passato creare un’epidemia attuale?
Innanzitutto, il virus si contrae a partire da punture di zanzare della famiglia Aedes Aegypti –zanzara tigre– situate in alcune parti del mondo, considerate zone a rischio, come ad esempio Brasile, El Salvador, Bolivia, Guatemala, Haiti, Honduras e Messico.
Nonostante siano ben altre le zone a rischio contagio, l’OMS ha dichiarato che si tratti di una vera e propria epidemia mondiale a cui bisogna fare fronte: in Italia, ad esempio vi sono stati ben quattro casi e questo mostra l’importanza di assicurare una prevenzione alla malattia, tramite l’uso di repellenti. Infatti, risulta rilevante mantenere cautela per i viaggiatori, specie in Brasile, in quanto è considerato il paese più a rischio.
L’epidemia inizia quando la malattia agisce su una percentuale rilevante di popolazione e non in un’area delimitata, bensì in più aree del mondo: ma perché se ne parla solo negli ultimi anni?
La risposta alla domanda va cercata nell’antropologia attuale. Infatti, gli individui viaggiano maggiormente e questo implica un incremento della trasmissione del virus da un soggetto infetto. Inoltre, un problema mondiale è quello relativo all’inquinamento dei mari e delle acque e potrebbe essere correlato al virus Zika; infatti, vi sono state ben due associazioni di medici in difesa delle vittime da virus Zika. Essi ritengono che quest’epidemia sia il risultato causato da specifici pesticidi, nebulizzati da parte di alcune aziende sui bacini idrici per circa due anni. Tali bacini forniscono infatti le acque potabili della popolazione colpita e pertanto, l’epidemia si è addentrata nella popolazione. Questo fatto viene consolidato anche dalla questione relativa alla microcefalia: casi passati da virus Zinka non hanno mostrato eccessivi problemi cerebrali, mentre casi attuali sì.
Risulta essere chiara la necessità di non trascurare la diffusione dell’epidemia e l’importanza di trovare una soluzione.
Di: Paria Jafari
Fonti:
Web
Claudio Pira
Incredibile, non conoscevo affatto questo tipo di virus :O