Parma, giorno della liberazione: il monumento al partigiano

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Oggi, giorno della liberazione, non si può non ricordare con orgoglio tutte quelle persone facenti parte della resistenza armata e non armata, che hanno combattuto per la libertà e quindi anche per la pace.

Durante il corteo di oggi, arrivata al monumento al partigiano in piazza pilotta,  con “bella ciao” che risuonava nelle nostre orecchie, mi sono commossa; penso che sia successo a tanti altri. Oggi era una bella giornata e il sole baciava quella figura così fiera ed emanante coraggio. Ho pensato a tutti quei partigiani, che hanno, così giovani, fatto la scelta di combattere e di resistere. Molti avevano anche meno della mia età.

Ecco qualche appunto sul bellissimo monumento al partigiano.

Il monumento al partigiano è uno dei più importanti monumenti  dedicati alla resistenza. Le proposte di realizzare questo monumento iniziarono nel 1951,  su richiesta delle istituzioni democratiche, del movimento partigiano e del popolo, anche se poi la sua inaugurazione avverrà solo nel 1956. Precisamente il 30 giugno del 1956, 11 anni dopo la fine della guerra. All’inaugurazione parteciperà anche l’allora presidente della Repubblica.

Si discusse inizialmente riguardo a chi dovesse essere dedicato tale monumento: se solo ai partigiani oppure a tutti coloro che combatterono e si sacrificarono per la libertà del paese, includendo fra costoro i reduci e i mutilati si guerra. Alla fine si decise di ergere la statua “a memoria dei partigiani caduti nella lotta di liberazione”.

Inizialmente, tralaltro, si pensava di collocare il monumento in piazza Garibaldi, anche se poi si decise per piazza della Pilotta,davanti a quella che doveva essere la prefettura.

Gli artisti che realizzarono quest’opera sono: lo scultore Marino Mazzacurati e l’architetto Guglielmo Lusignoli.

La collocazione del partigiano è molto importante, perchè ha un forte valore simbolico: infatti primaditutto si trova nel cuore della città, di fronte al futuro palazzo del governatore e al posto della statua di un monarca,Vittorio Emanuele II, statua quest’ultima che era stata fatta esplodere con un carico di tritolo, da mani ignote, la notte del 5 luglio 1946, un mese dopo che il referendum aveva sancito la vittoria repubblicana.

Quindi il valore simbolico è chiaro: la repubblica italiana nata proprio dalla resistenza sostituisce la monarchia complice del regime fascista.

Si tratta quindi di un fortissimo riconoscimento politico-istituzionale, un tributo alla lotta partigiana.

Venne apprezzato proprio perché riesce a riassumere i due momenti essenziali della resistenza: nell’immagine del fiero partigiano armato la lotta (l’eroismo), nell’immagine del partigiano caduto il sacrificio; e venne apprezzato anche per i valori che esprimeva: “fiera consapevolezza che non rivela presunzione, una calma che non rifiuta il gesto audace, una fierezza che non è insensibilità”.

È comunque un monumento figlio del suo tempo: dá una idea della resistenza profondamente retorica, non realistica.

I partigiani in realtà non erano così, erano giovani,ma rappresentare il partigiano in modo semplice avrebbe significato ridicolizzare il movimento partigiano.

La resistenza doveva essere rappresentata come un’epopea, è infatti il movimento di rinascita del popolo italiano, quindi questo monumento tende ad esaltare questo momento.

Inoltre è figlio del suo tempo in quanto ci dà un’immagine unicamente maschile della resistenza, quando in realtà c’erano migliaia di donne partigiane. Il ruolo della donna era visto come un semplice contributo.

Infine, nell’immaginario collettivo, questo monumento è diventato l’immagine dei valori democratici e della lotta per la loro difesa.

Di: RLS Staff

Fonti:
Web

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