Aida Lafuente: la ‘Rosa Roja de Asturias’

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Nel 1933 la Spagna era una nazione confusa e al collasso dopo l’instaurazione della Seconda Repubblica seguita al colpo di stato del 14 aprile 1931 del già precedente dittatore Primo de Rivera. Le elezioni alle porte e l’accesa campagna elettorale stavano mettendo ancora più in subbuglio il Paese, evidentemente lacerato dalle fazioni politiche che si scontravano durante la propaganda elettorale. A seconda della regione, si trovava o maggioranza  nazionalista o socialista, che tesero, soprattutto la seconda, a radicalizzarsi e ad insorgere contro l’avanzata avversaria. Il 1933 è anche un anno che sconvolge l’Europa, con la salita al potere di Hitler e sicuramente il fatto destò non poche preoccupazioni nelle sinistre spagnole. José María Gil-Robles y Quiñones, meglio noto con il nome di José Gil-Robles, fondatore del partito neo-fascista CEDA (Confederación Española de Derechas Autónomas) e futuro Ministro della Guerra, affermò che la vittoria alle elezioni della Destra avrebbe reso più semplice la nascita di uno stato corporativo e la paura di una nuova dittatura, ma di stampo fascista, come stava accadendo o era già accaduto in altri paesi europei come Germania e Italia, scosse gli animi dei comunisti, intimoriti dall’avanzata a grosse falcate che il futuro Frente Nacional stava compiendo.

Il 1934 rivelasi essere, quindi, un anno importante per le Asturie, terra di minatori e operai, evidentemente non favorevoli all’instaurazione di un partito di stampo più conservatore, dove la campagna elettorale della sinistra si fece sempre più accesa, visti anche i nuovi sviluppi internazionali: numerosi scioperi e manifestazioni organizzate da socialisti e anarchici ebbero luogo in tutto il paese, ma in particolar modo in questa regione. All’inizio di ottobre, il 5 del 1934, la crisi interna sfociò in una vera e propria rivoluzione, conseguenza anche della decisione del Presidente della Repubblica, De Rivera, di formare un gabinetto con tre membri del CEDA: le sinistre partirono al contrattacco dall’Andalusia ai Paesi Baschi, ma dove realmente l’insurrezione durò e si organizzò fu nelle Asturie. I rivoltosi istituirono comitati con il compito di organizzare la vita quotidiana e la resistenza contro l’esercito, facendo sorgere una vera e propria “Comune”, in cui tutti, uomini e donne erano chiamati a collaborare per la causa comune. Tra le misure più importanti adottate dagli abitanti della comunità asturiana vi erano l’abolizione della moneta e l’autogestione delle fabbriche per la produzione di materiali strategici dal punto di vista militare, come gli esplosivi e i mezzi blindati.

Sul campo furono arruolate anche le mogli e le figlie dei proletari che parteciparono alla lotta sia attraverso i comitati, che con le armi in mano, e alcune di queste diventarono delle leggende, ancora oggi ricordate in tutta la Spagna come eroine nazionali. La giovane Aida Lafuente è una di queste, e la sua storia è tutt’oggi trasmessa alle nuove generazioni spagnole.

Nata da una famiglia modesta, il 25 febbraio 1915 a León, Aida aderisce al comunismo grazie a suo padre, pittore e attivista del partito comunista. Trasferitasi a Oviedo con la famiglia, Aida, come i suoi fratelli, entro a far parte della Gioventù dei Comunisti, e di lì a poco si arruolò con altri giovani per combattere la Rivoluzione d’Ottobre, fin dall’inizio. Secondo la leggenda la giovane aveva 15  o 16 anni quando fu uccisa, ma secondo ricostruzioni recenti, si sa con certezza che la sua morte sopraggiunse
quando era già da un anno maggiorenne. Il 13 ottobre 1934, dopo i violenti scontri tra i militanti dell’UHP (Union Hermanos Proletarios) e la Guardia Civil, l’esercito governativo posto sotto il comando del colonnello soriano Juan Yagüe, a capo della Legione e appoggiato dall’aviazione, riuscirono ad avvicinarsi ai confini della città di Oviedo. La “Libertaria”, così soprannominatasi Aida, fu posta, insieme alle sue truppe, al controllo della Chiesa di San Pedro de Los Arcos, vicino al Collegio Universitario, zona altamente strategica, in quanto sita nel centro cittadino, per allertare ed arginare l’avanzata delle truppe repubblicane ed evitare che potessero occupare la Estacion del Norte, ovvero la stazione ferroviaria settentrionale, altrettanto strategica.  Secondo gli studiosi la sua morte, probabilmente, sopraggiunse in due modi, uno più cruento dell’altro: alcuni sopravvissuti riferiscono che Aida stesse sparando dal tetto della chiesa contro il 21a Compañía di Yagüe e che un colpo avversario la ferì a morte; altri ancora dicono che il responsabile della sua morte fosse Dimitri Ivan Ivanoff, tenente di origine bulgara del Tercio (la Legione straniera spagnola): Ivanoff infatti, secondo le fonti militari dell’epoca, si trovava nella cittadina asturiana per affiancare l’esercito governativo. Si dice che abbia ucciso Lafuente per fucilazione proprio vicino alle pareti di quella chiesa che stava proteggendo con tutta se stessa. Inoltre, testimonianze, affermano che Ivanoff, lo stesso giorno, avrebbe ucciso, sempre alla stessa maniera, altri rivoltosi e che abbia stuprato una loro compagna. Il corpo di Aida fu rinvenuto in una fossa comune scavata vicino alla chiesa di San Pedro.

Quel che è certo, nonostante le discordanti versioni sulla morte di questa giovane combattente, è che Aida si sia difesa con eroismo e che abbia messo i suoi ideali, il suo coraggio, le sue aspirazioni e le sue competenze al servizio della causa comune, arrivando a sacrificare se stessa per il raggiungimento degli obiettivi del gruppo, anche se, questi non si avvereranno mai: il 19 ottobre 1934 la Rivoluzione d’Ottobre fu sedata e i rivoltosi, assassinati o imprigionati. Ma la lotta della “Rossa Rossa delle Asturie” non finì con la sua morte, e il mito non tardò a farsi tale. A due anni dalla sua morte la storia era già conosciuta a tutti e allo scoppio della Guerra Civile, nel ’36, il Battallòn Asturias Nùmero 1, formato principalmente da comunisti, si battezzò La Libertaria, in onore di quella giovane donna che solo qualche anno prima aveva combattuto per la libertà, proprio come quei migliaia di giovani soldati che stavano combattendo ora contro l’avanzata franchista.

Una bellissima canzone popolare asturiana è stata dedicata a questa eroina. Il gruppo musicale Numeru, difensore della lingua e del patrimonio culturale asturiano, ne ha eseguito una egregia versione.


Di: Simona Amadori

Fonti:
https://www.youtube.com/watch?v=8uVPAv5LIXQ
https://www.justsomelyrics.com/1749046/nuberu-aida-de-la-fuente-lyrics.html
Enriques Berzal de la Rosa, Aida De La Fuente, “La Libertaria” joven y tragica heroina de la Revolucion de 1934, in “El Mundo – Léon”, 23 Marzo 2009
Daniéle Bussy Genevois, Donne di Spagna dalla Repubblica al Franchismo, in George Duby, Michelle Perrot, Storia delle donne. Il Novecento, Laterza Editori, 1991
Brian D. Bunk, Ghost of Passion: Martyrdom, Gender, and the Origins of the Spanish Civil War, Duke University Press, 2007

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