Prima della sua morte in un non ben chiaro omicidio il 22 novembre 1963, Kennedy, preoccupato la situazione con la vicina Cuba, attuerà molti provvedimenti per scalzare Fidel Castro e il suo braccio destro Che Guevara, tra cui l’Operazione Mongoose (Operazione Mangusta) in cui molti terroristi anticastristi, finanziati dagli USA, effettueranno molti attentati nella Cuba comunista. Gli eventi precipitarono nella crisi missilistica più nota al mondo, iniziata il 14 ottobre 1962 dove entrambi gli schieramenti, Stati Uniti e Cuba (affiancata dall’Unione Sovietica) si preparavano per un prossimo conflitto nucleare. Tuttavia la politica conservatrice e i servizi segreti non vedevano di buon occhio il suo operato, il quale, nonostante fosse anti-comunista, era pur sempre, almeno per la politica interna, più democratico.All’indomani della fallita invasione di Cuba da parte della CIA e dell’Esercito americano, il clima nei Caraibi era molto teso e instabile. L’elezione di John Fitzgerald Kennedy aveva segnato un punto di svolta nella politica conservatrice statunitense, troppo legata alle sue forze militari e ai servizi segreti, i quali, in un modo o nell’altro, agivano autonomamente, senza il controllo delle istituzioni presidenziali. Il nuovo Presidente, di stampo più democratico cercherà di riportare sotto la sua diretta gestione questi organi.
Prima della sua morte in un non ben chiaro omicidio il 22 novembre 1963, Kennedy, preoccupato la situazione con la vicina Cuba, attuerà molti provvedimenti per scalzare Fidel Castro e il suo braccio destro Che Guevara, tra cui l’Operazione Mongoose (Operazione Mangusta) in cui molti terroristi anticastristi, finanziati dagli USA, effettueranno molti attentati nella Cuba comunista. Gli eventi precipitarono nella crisi missilistica più nota al mondo, iniziata il 14 ottobre 1962 dove entrambi gli schieramenti, Stati Uniti e Cuba (affiancata dall’Unione Sovietica) si preparavano per un prossimo conflitto nucleare. Tuttavia la politica conservatrice e i servizi segreti non vedevano di buon occhio il suo operato, il quale, nonostante fosse anti-comunista, era pur sempre, almeno per la politica interna, più democratico.
Alcuni alti dirigenti del Ministero della Difesa e dell’Esercito, nel ’62, preoccupati per l’avanzata comunista prossima ai loro confini, in segreto stileranno un piano per tentare una nuova invasione di Cuba. Con il movimento pacifista ormai attivo dai primi accenni della guerra in Vietnam, l’opinione pubblica era particolarmente contrariata da una nuova guerra con la vicina isola “rossa”. Lo scopo di questo piano era, quindi, trascinare la popolazione verso un’ottica più guerrafondaia che sarebbe dovuta essere stimolata con l’impiego di attacchi e azioni terroristiche sul suolo americano, perpetuati da agenti statunitensi sotto mentite spoglie di nazionalisti cubani.
Il piano, noto con il nome di Operazione Northwoods, prevedeva quindi di creare dei pretesti, spesso anche violenti e cruenti, che indirizzassero l’opinione pubblica ad autorizzare un ipotetico attacco militare alla Cuba castristra. Tutto il documento è corredato di precise indicazioni e schemi tattici per la realizzazione di molteplici attentati eseguiti da falsi agenti cubani: in poche parole attaccare sé stessi per poter attaccare gli altri. Il documento, firmato dal Generale Lyman Lemnitzer, Capo degli Stati Maggiori riuniti, analizza inoltre anche le ipotetiche reazioni della popolazione a seguito di questi attacchi, vagliando più ipotesi per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato:
Se ne presentano alcuni estrapolati:
«Potrebbe essere avviata una campagna terroristica di matrice comunista cubana nella zona di Miami, in altre città della Florida o addirittura a Washington. La campagna potrebbe mirare a rifugiati negli Stati Uniti. Potremmo affondare una barca di cubani in rotta verso la Florida, nella realtà o con una simulazione. Potremmo promuovere attentati alle vite di rifugiati cubani negli Stati Uniti fino al punto di pubblicizzare ampiamente dei ferimenti. L’esplosione di alcune bombe al plastico in manifestazioni sportive selezionate, L’arresto di agenti cubani e la diffusione di documenti predisposti per sostenere il coinvolgimento cubano, sarebbero utili nel promuovere l’immagine di un governo irresponsabile.»
«È possibile provocare un incidente che dimostri in modo convincente che un aereo cubano abbia attaccato e abbattuto un velivolo charter civile in volo dagli Stati Uniti verso Giamaica, il Guatemala, Panama o il Venezuela. La destinazione potrebbe essere scelta in modo che il piano di volo incroci Cuba. I passeggeri dovrebbero essere un gruppo di studenti universitari in vacanza o qualsiasi gruppo di persone con interessi comuni, tali da giustificare un volo charter e non di linea.
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- Un aereo della base aerea di Eglin AFB verrebbe riveniciato e rinumerato come un duplicato esatto di un aereo civile, di proprietà di una organizzazione facente capo alla CIA nell’area di Miami. Al momento previsto, il duplicato sostituirebbe l’aereo originale e vi sarebbero imbarcati i passeggeri prescelti, tutti con identità opportunamente preparate. L’aereo originale verrebbe sostituito da un velivolo radiocomandato.
- Gli orari di decollo del velivolo radiocomandato e di quello reale verrebbero sincronizzati per permettere un incontro a sud della Florida. Dal punto d’incontro, l’aereo civile scenderebbe a quote molto basse e si dirigerebbe direttamente a un campo ausiliario della base aerea di Eglin, equipaggiata per l’evacuazione dei passeggeri e per riportare l’aereo alle condizioni originarie. Nel frattempo, il velivolo radiocomandato proseguirebbe lungo il piano di volo previsto. Giunto sopra Cuba, il drone trasmetterebbe sulle frequenze internazionali d’emergenza il segnale di “MAYDAY“, dichiarandosi sotto attacco da parte di un MiG cubano. La trasmissione verrebbe interrotta e la distruzione del velivolo sarebbe innescata da un radiosegnale. Ciò permetterebbe alle stazioni radio ICAO nell’emisfero occidentale di informare dell’accaduto gli Stati Uniti, invece di costringerci a tentare di “rivendere” la storia dell’incidente.»
Il documento venne presentato al Ministro della Difesa Robert McNamara il 13 marzo 1962, e in seguito al Presidente Kennedy. Quest’ultimo, inorridito, rigettò immediatamente il piano e dispose l’allontanamento del Generale Lemnitzner, primo firmatario, dai suoi incarichi militari e istituzionali. Nonostante il suo astio nei confronti di Castro, Kennedy fu lungimirante e capì che l’attuazione del piano avrebbe scatenato una guerra senza precedenti, in particolare per quanto riguarda l’impiego di testate nucleari. Come si evince l’Operazione Northwoods era un piano folle sì, ma allo stesso tempo lucido, cinico e pieno di dettagli e analisi che avrebbero permesso concretamente una sua realizzazione. Ora la domanda da porsi è: se alcuni personaggi politici e militari statunitensi, evidentemente deviati, sono quasi riusciti nell’attuazione di un progetto così assurdo negli anni ’60, bloccati poi dal buon senso di un individuo, davvero è così impossibile che un progetto similare non possa essere stato attuato in altri frangenti storici della storia contemporanea? Ognuno è quindi obbligato a trarre le sue conclusioni, privatamente o pubblicamente che siano, ma alla luce degli inquietanti dettagli e contenuti proposti da questo documento, un ripensamento agli eventi terroristici che hanno afflitto il mondo intero negli ultimi trent’anni meritano sicuramente un ripensamento.
Di: Simona Amadori
Fonti:
L’intero scritto, dopo la sua declassificazione nel 1997, è pervenuto al pubblico ed è consultabile in lingua originale sul sito della National Security Archive: http://nsarchive.gwu.edu/news/20010430/index.html