I 5 popoli sconosciuti che ‘non’ hanno fatto la storia

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Tutti noi inoltre abbiamo sempre immaginato che la storia, in quanto disciplina umana, coinvolgesse e riguardasse ogni singolo essere vivente, ogni singolo oggetto ed ogni singola civiltà. Eppure la storia non è, oggi come ieri, una disciplina totalizzante. Ho sempre pensato, fin dalla mia infanzia, che fosse veramente impossibile identificare, archiviare e ricordare dati ed avvenimenti particolari o secondari e non mi sbagliavo. Oggi la storia è solamente lo studio dei grandi eventi. Proprio per questo, infatti, uno dei motivi che hanno portato alla creazione del nostro sito è proprio la ricerca del diverso, del nascosto, del segreto e del dimenticato. Riscrivere la Storia non sarà mai un progetto complottista e neanche un semplice hobby, ma un nostro piccolo grande dovere nei confronti del passato.

Dare importanza a fatti, civiltà, personaggi e culture dimenticate, occultate e depositate in fondo al baule della conoscenza è oggi, a mio avviso, un progetto ambizioso ma realizzabile grazie alle nuove tecnologie informatiche cui un tempo nessuno avrebbe avuto a disposizione. Ricordando il dimenticato possiamo scoprire un mondo nuovo, possiamo pulire dalla polvere e divulgare informazioni importanti, che gran parte dei nostri contemporanei non conosce oppure non pensa di avere bisogno… e per questo rigetta la storia e la sua indiscussa importanza… Esistono infatti nella storia molti popoli dimenticati, che si sono resi protagonisti di eventi e creazioni tali da non essere relegati a costituire solamente la ruota di scorta della storiografia accademica contemporanea. Ognuno di essi ha infatti una sua particolarità specificità!

Hai un minuto per noi? Riscrivere la Storia – Eventi Dimenticati è un portale d’informazione gratuitamente accessibile a tutti nella sua interezza. Tuttavia, la realizzazione del portale non è priva di spese: anzitutto per l’indirizzo del sito web, per il lavoro dei nostri collaboratori non retribuiti ed infine per la ricerca di materiale e per il tempo da dedicare al progetto. Siamo auto-finanziati al 100% e ti chiediamo una semplice e simbolica donazione libera, se credi che il compito di far rivivere e verificare i fatti storici sia fondamentale, se credi che il giornalismo del web dovrebbe prendere strade nuove ed inesplorate e, soprattutto, se ami la storia dell’uomo! Tutto lo staff, ovviamente, non potrà fare altro che ringraziarti, qualunque sia il tuo contributo al nostro progetto!

Iniziamo con l’elenco:

5) Calibi: Il popolo scopritore e fondatore della siderurgia e dell’acciaio!

Non è l’uomo moderno, che ha iniziato a sfruttare la potenzialità di questo materiale soltanto durante la prima rivoluzione industriale e che ha fatto di ciò un vero e proprio business mondiale, ma sono i Chalybes o Chaldoi (greco: Χάλυβες, Χάλυβοι, Χάλδοι), in italiano Calibi (da non confondere con i Caldei, una civiltà totalmente differente). Secondo le poche fonti trovate nella nostra ricerca, i Calibi erano una tribù dell’antichità classica, stanziati sulle coste dell’Anatolia settentrionale (odierna Turchia), vicino appunto alle rive del Mar Nero, dall’Halys a Pharnakeia e Trebisonda a oriente e verso sud fino all’Armenia Minore. Le principali informazioni riguardo alla storia dei calibi provengono da fonti classiche, inclusi Omero, Erodoto, Strabone e Senofonte.

I chaldoi/chalybes, mossynoikoi e Tubal/Tabal/Tibareni, vengono annoverati dagli autori classici fra i primi popoli fabbri. Nel periodo romano, vengono menzionati da Plutarco (Lucull. c. 14) come stanziati nella Cappadocia Pontica, o parte del Pontus Cappadocicus della provincia romana del Ponto. Χάλυψ, il nome della tribù in greco, significa “ferro temperato, acciaio”, un termine passato al latino come chalybs, “acciaio”. A sua volta citato come possibile origine del termine Excalibur, il nome della leggendaria spada di Re Artù. Sayce fa derivare il nome greco chalybe dall’ittita Khaly-wa, “terra di Halys”.


4) Olmechi: Le famose teste giganti? Non sono solo quelle dell’Isola di Pasqua!

No, non sono un fenomeno isolato… Una delle prime società mesoamericane, gli Olmechi abitavano le pianure tropicali del centro-sud del Messico e costituirono la prima grande civiltà centroamericana. La popolazione degli Olmechi fiorì durante il periodo classico mesoamericano, che risale approssimativamente al 1500 a.C., estendendosi fino al 400 a.C., mentre colonie pre-Olmeche erano prosperate nella zona dal 2500 a.C. L’aspetto più interessante degli Olmechi sono le loro opere d’arte, in particolare le loro “teste colossali”. Tali costruzioni ricordano infatti quelle, famosissime, presenti sull’Isola di Pasqua. Gli Olmechi erano degli incredibili costruttori di aree cerimoniali come ad esempio le grandi piramidi coniche e i numerosi monumenti in pietra (tra i quali le teste colossali).

La civiltà olmeca era dedita al commercio, sia nelle regioni interne del regno che con altre civiltà mesoamericane, ergendosi in quel periodo come una delle culture più antiche e più avanzate del centroamerica, considerata spesso la cultura madre di molte altre culture mesoamericane. Intorno al 400 a.C. la parte orientale delle terre degli Olmechi si divenne spopolata, probabilmente a causa di cambiamenti ambientali netti. Un’ipotesi molto accreditata presso gli storici delle culture pre-colombiane risulta essere quella che testimonia il loro trasferimento forzato in seguito all’intensa attività vulcanica avvenuta nella zona. Un’altra teoria molto popolare è che essi avrebbero subito un invasione da parte di popolazioni semi-nomadi del nord, tribù indigene che ne decretarono la fine e determinarono il sorgere di nuovi modelli e società mesoamericani.


3) Khmer: Il più grande centro urbano nel periodo medievale?

L’Impero Khmer, ufficialmente l’Impero di Angkor è stato il predecessore del moderno stato nazionale della Cambogia ed era uno dei più potenti (nonché più numerosi) imperi del sud-est asiatico, di tradizione indù-buddista. L’impero, che è sorto dai due precedenti regni di Funan e Chenla ha più volte dominato gran parte dell’Asia meridionale, fin dalla sua nascita nell’802 d.C. La sua eredità più grande è Angkor, il luogo della capitale durante il massimo splendore dell’impero. I suoi maestosi monumenti testimoniano l’immenso potere e la ricchezza dell’Impero, così come l’impressionante livello dell’arte e della cultura raggiunti, la tecnica architettonica, nonché la varietà dei sistemi di religiosi. Lo studio via satellite è riuscito ad identificare la capitale Angkor nei secoli XI-XIII, come il più grande centro urbano pre-industrializzato di tutto il mondo.

L’impero è collassato con la caduta di Angkor nel XV secolo. Il declino di questa civiltà può essere attribuito a diversi fattori. L’impero era governato da un re che, in seguito all’introduzione del Buddhismo Theravada (basato sull’insegnamento dell’illuminazione personale) il governo avrebbe perso la sua centralità e ciò avrebbe portato ad una mancanza di volontà di lavorare per il re.

Durante il regno di Jayavarman VII, venne costruita una complessa rete stradale al fine di facilitare il trasporto delle merci e delle truppe in tutto l’Impero. Alcuni studiosi ritengono che fu proprio questa la causa della loro rovina, in quanto tali strade resero più facile l’ingresso agli invasori per arrivare direttamente alla capitale Angkor e conquistarla. Nel 1431, le armate siamesi di Ayutthaya conquistarono Angkor dopo vari tentativi ed in seguito la distrussero. L’evento segnò la fine dell’influenza khmer nel Sudest asiatico ed il Paese precipitò nel lungo periodo conosciuto come gli “anni oscuri della Cambogia”, in cui divenne vassallo alternativamente dei siamesi e dei vietnamiti.


2) Anasazi: Il popolo che creò le più grandi abitazioni mai scavate nella roccia!


Gli Anasazi furono un popolo nativo a metà tra il continente nordamericano ed il centroamerica, vissuto tra il VII e la fine del XIV secolo d.C.. Chiamati anche Popoli Ancestrali (Ancestral Puebloans), essi vivevano in villaggi caratterizzati da un tipo particolare di architettura monumentale. Sappiamo che spesso molti dei loro villaggi furono abbandonati e altri costruiti in posizioni più difficilmente raggiungibili. Le cronache ci parlano della costruzione di enormi edifici, come il sito archeologico di Sand Canyon, con una struttura di 420 stanze, realizzato, abitato e abbandonato nell’arco di soli cinquant’anni intorno al 1200.

Un altro sito che ci parla della loro estinzione è quello di Castle Rock, dove sono evidenti i segni di un vero e proprio massacro ai danni degli abitanti locali. Tuttavia, questo stile di costruzione costituiva un eccellente metodo per difendersi dai predatori e dalle imboscate soprattutto di notte. Le tecniche per realizzare simili insediamenti in così pochi anni risultano, ancora oggi, un mistero storico.

Un altro grande mistero degli Anasazi riguarda i Kiva. Essi erano delle stanze perfettamente circolari, presenti in ogni loro insediamento. Il più grande Kiva è quello chiamato Casa Rinconada, avente un diametro di 20 metri e una profondità di cinque.

L’ipotesi più accreditata è che essi fossero utilizzati fini religiosi, anche per il fatto che essi vevano tutti un foro al centro del tetto. Grazie a questo foro, la tradizione religiosa locale pensava di potersi mettere in contatto con gli spiriti degli antenati oppure con le forze della natura. Secondo recenti studi, tale civiltà (così come molte centroamericane) fu costretta a migrare e si estinse a causa del riscaldamento globale e dell’eccessiva siccità in corso dal secolo XIII al XV.


1) Cahokia: Ovvero la più grande città nordamericana in epoca precolombiana

Molti anni prima che gli europei sbarcassero e conquistassero tutta l’America del Nord, parte della cosiddetta Cultura Mississippiana in Illinois prosperava e proprio qui si sviluppò una delle società più avanzate del Nuovo Mondo. Cahokia è il più grande sito archeologico della Cultura Mississippiana, ed i “cahokiani” (anche se tale nome fu successivo, relativo alle popolazioni Illiniwek, che si insediarono su tali colli dopo l’abbandono della precedente cultura) avevano costruito qui una enorme metropoli circondata da imponenti piramidi di terra e da una struttura in legno (chiamata Woodhenge, molto simile a Stonehenge), molto probabilmente per tenere traccia dei movimenti delle stelle. Oggi i resti di Cahokia possono ancora essere visitati e si trovano in Illinois, più precisamente a Collinsville, sulle rive del Mississippi vicino a St. Louis nell’area nota come American Bottom. Si pensa che tra il 600 e il 1400 d.C. la città si estendesse per oltre 6 miglia quadrate, circa 15 km quadrati e quindi più di 1500 ettari in totale, insomma una vera e propria cittadina di medie dimensioni di oggi! Cahokia conteneva quasi un centinaio di tumuli di terreno, convergenti in una enorme piazza centrale. La sua popolazione, secondo le stime odierne, sarebbe potuta essere di circa 50.000 persone, alcune delle quali avrebbero vissuto nei villaggi limitrofi. Gli abitanti di questa grande città, che ricordiamo fu la più grande e numerosa di tutto il Nord America, erano artisti, architetti e agricoltori brillanti, e la loro arte univa in modo inedito nel mondo composizioni di conchiglie, rame e pietra. Grazie alla loro conoscenza del fluviale, essi riuscirono in importanti lavori di ingegneria, deviando probabilmente un ramo dei fiumi locali Mississippi e Illinois per soddisfare le loro esigenze di irrigazione.


Monk’s Mound (il Tumulo del Monaco), fu il fulcro del loro centro cerimoniale. Essenzialmente si tratta di una struttura a quattro terrazze, alta 30,5 metri con una base di circa 316 metri! Travel Channel le definì “le più grandi piramidi al mondo”. Fu inoltre ritrovato un enorme edificio, probabilmente la residenza del capo villaggio o del sacerdote di Cahokia. Sotto Monk’s Mound è situata un’area di 200.000 m². Inizialmente gli studiosi pensarono potesse trattarsi di una pianura alluvionale ma un team di storici e archeologi ha scoperto che il terreno, originariamente ondulato, fu reso pianeggiante dall’esperta mano dei cittadini locali. E’ per questo motivo che Cahokia può vantare ancora oggi il titolo di “piazza più estesa al mondo”.

Cosa successe però a Cahokia e ai suoi cittadini? Non è del tutto certo cosa abbia portato i propri abitanti ad abbandonare la città ma questa volta l’azione degli Europei non c’entra. Infatti, a partire dal XIII secolo, la città cominciò a spopolarsi progressivamente, passando da quasi 50.000 abitanti a poco meno di 1000 nei decenni a venire. Alcuni archeologi sostengono che la città ebbe sempre maggiori problemi con malattie e carestie (non avendo alcun sistema sanitario) e che la gente, una volta disboscate le aree verdi limitrofe, non trovasse più alcun vantaggio nel vivere in una grande ma povera città. Fu molto probabilmente per questo (e non per invasioni o genocidi da parte di altri popoli) che la popolazione di Cahokia migrò e portò i propri pascoli altrove, sempre lungo le rive del fiume Mississippi.

Di: Claudio Pira

Fonti:
Jared Diamond, Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere, Torino, Einaudi, 2005
Graham Hancock, Civiltà sommerse (Underworld, 2002), Corbaccio, 2002
Articolo (web): La colonizzazione greca della regione del Mar Nero.
Articolo (web): Sul tema dei villaggi abbandonati. Gli insediamenti Anasazi (sud-ovest degli Stati Uniti).
Articolo (web): Cahokia and the Hinterlands: Middle Mississippian Cultures of the Midwest.

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