La storia si è conclusa? Siamo gli ultimi uomini?

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“La fine della storia e l’ultimo uomo” è l’avvincente saggio dal titolo sensazionalistico di Francis Fukuyama, professore di Scienze Politiche e autore di numerose altre pubblicazioni.

Il titolo colpisce immediatamente l’ipotetico lettore alla ricerca di qualcosa da leggere tra gli scaffali delle sempre più polverose librerie di paese. Sfogliando le pagine scritte da Fukuyama, ci si rende immediatamente conto che non si tratta di un testo di fantastoria, ma della storia che noi tutti conosciamo. Sia la fine della storia che l’ultimo uomo, sono concetti filosofici di antica origine e difficili da riassumere in poche righe. Il saggio si pone varie ambizioni tra cui quella di delineare una storia universale dell’uomo analizzando il percorso dell’idea di liberalismo e democrazia nella prospettiva di punto d’arrivo definitivo dell’uomo e quindi della costituzione di un “ultimo uomo” che ormai ha tagliato il traguardo che si è auto prefissato e ha raggiunto il grado più alto di sistema politico a cui potesse ambire. Quindi la “storia” hegelianamente intesa come lungo percorso teleologico sarebbe definitivamente finita proprio nell’ultimo quarto del XX secolo. Infatti, tutti gli altri sistemi che si sono opposti al liberalismo democratico come il socialismo reale nell’esperienza sovietica e le varie dittature militari fasciste e naziste nell’esempio tedesco, sono finite per collassare a causa delle loro interne contraddizioni irrisolvibili.
Seppure la teoria di Fukuyama possa sembrare miope o semplicistica riassunta in così poche righe, il suo saggio in realtà dimostra quanto questa si poggi su solide basi che spaziano in vari millenni di storia del pensiero filosofico da cui l’autore attinge a piene mani per supportare le sue teorie. Inoltre, non si trattiene affatto dal criticare la sua stessa teoria insieme all’intero regime liberal-democratico di cui riconosce ampiamente i problemi ed i limiti dimostrando lucidità e onestà intellettuale.
Attraverso una scrittura ampliamente comprensibile, scorrevole e pulita si ha quasi la sensazione di essere condotti per mano durante il ragionamento dell’autore che spiega passo dopo passo i propri concetti. Nel testo inoltre, non mancano esempi storici e contemporanei che offrono un riscontro immediato delle teorie enunciate, lasciando al lettore l’opportunità di verificare da sé, come fosse nel laboratorio di uno scienziato, i buoni esiti e i fallimenti di quello o quell’altro regime.

“La fine della storia e l’ultimo uomo” però, non parla solo di politica e filosofia astratta. Bensì arriva ad indagare la stessa natura umana, fornendo una spiegazione viscerale ma anche ideologica e razionale delle motivazioni che spingono gli uomini a lottare per concetti come la libertà, la giustizia, l’autoaffermazione e la volontà di potenza e sopraffazione.
Insomma, leggere Fukuyama può realmente ampliare le vedute e offrire una prospettiva nuova per conoscere il passato umano, capirne il presente e forse, addirittura, intravedere il futuro.
Di: Cristiano Rimessi

Fonti:
Francis Fukuyama, La fine della storia e l’ultimo uomo

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