Medicina, igiene e dieta nell’antichità

Tempo di lettura: 5 minuti
Dagli antichi esordi, i medici si sono occupati dell’igiene, ovvero di tutte quelle pratiche atte a contribuire a un mantenimento adeguato del benessere del corpo dell’uomo e al suo migliore funzionamento in una ottica di prevenzione dalle malattie. Già nella Grecia del V secolo, in margine alle idee religiose e magiche, è esposta una serie di precetti dietetici e igienici di origine empirica, affiancate da teorie mediche connesse alla religione e alla magia.

Ippocrate (460 a.C. circa – 377 a.C. termine post quem), secondo una moderna rappresentazione.

L’igiene, in ogni caso, dipende strettamente dalla cultura più o meno tecnologica, potremo dire oggi, della società presa in esame. Oltre all’empirismo e alla tecnica, l’igiene greca, per esempio, fa uso di una serie di norme di origine pitagorica, un genere di vita particolare il cui scopo era di raggiungere una purezza rituale e spirituale molto avanzata. La dieta stessa è comunque uno dei temi più ricorrenti nel ben noto Corpus Hippocraticum. In particolare, nel trattato De antiqua medicina, l’arte medica è considerata la tappa successiva a quella della scoperta delle regole culinarie nel progresso della conoscenza del regime di vita.

Il culmine del sapere dietetico del periodo classico è rappresentato dal trattato, sempre di origine ippocratica, De regime. In questo fascicolo si propone la tesi secondo la quale la salute è la risultante dell’equilibrio tra ciò che s’ingerisce e ciò che si consuma e gli alimenti in se inducono a uno stato pletorico che va controbilanciato con il tramite dell’esercizio fisico. L’attenzione quindi sia per il movimento sia per l’alimentazione non va comunque a emarginare l’importanza di altri fattori igienici, quali il sesso maschile o femminile, l’età e l’abitazione.

Tutto questo comporta una serie di pratiche prima e dopo i rapporti sessuali e anche interpersonali, una profonda cura del proprio corpo immergendosi in bagni e acque più o meno calde a seconda dell’età dell’individuo ed una serie di prescrizioni che concernono l’architettura abitativa: la ventilazione, l’esposizione dei muri, l’altitudine della costruzione. Nel secolo successivo alla pubblicazione di questi manuali si trova un altro testo a carattere igienico, l’ Epistola sulla vita sana, redatta dal medico peripatetico Diocle di Caristo, che suggerisce una sorta di catechismo su come meglio evitare malattie adeguandosi a cure e diete specifiche, proponendo uno stile di vita strettamente connesso a queste pratiche ed incentrato in particolar modo su come e quando eseguire esercizi ginnici.

L’etica del corpo diventa una profilassi prevista proprio come una forma di legislazione fisica. L’idea essenziale che sostiene questa etica risale alla credenza secondo la quale certe situazioni di malessere sono strettamente connesse a dei comportamenti individuali scorretti. La medicina inizia quindi ad assumere il carattere di una pedagogia che prevede lo stato di conservazione della salute mediante un’educazione specifica: quella che insegna all’uomo l’utilizzo di strumenti dalla valenza morale neutra, che non va a intaccare i quattro umori di cui è composto il suo organismo, qualcosa che non alteri gli equilibri tra bile nera, bile gialla, flegma e sangue.

Gli elementi, gli umori e la salute a confronto. Qui si può notare come anche la stessa natura privilegi o meno la salute dell’uomo e come pure il cosmo ne è, come dire, responsabile. Tutto ciò secondo la teoria umorale, ovviamente. 

Da un lato, le cure igieniche sono ordinate attorno alle stagioni, mantenendo in luce il modello ippocratico; dall’altro, le cure sono descritte dai vari organi del corpo umano e questo porterà alla nascita del corpus medico medioevale. Sempre nel mondo greco, ma nell’ambito filosofico, sono redatti nell’81 d.C. i Precetti sulla salute di Plutarco.

Le ragioni che conducono uomini di cultura non medici a interessarsi alla medicina sono legate al parallelismo esistente fra la conoscenza del corpo e l’oggetto della filosofia etica, perciò la cultura dell’anima stessa. Il legame che unisce i filosofi alla medicina è necessario: il filosofo assume in questo periodo storico il ruolo di medico delle anime e il suo compito è quello di procurare a loro del bene tramite la pratica della paideia, l’educazione. Plutarco si preoccupa della conservazione della salute, perché condizione preliminare alla vita dello spirito, rifiutando sia gli eccessi quanto il rigorismo stoico, che mirava invece alla soppressione di ogni forma di piacere, mediante il regime di vita rigoroso e uniforme basato su rimedi artificiali e impositivi.

Il testo, redatto in forma teatrale, contiene raccomandazioni su ciò che è più opportuno mangiare o bere; sugli esercizi fisici da eseguire, distinti tra intellettuali e lavoratori; sui bagni. Galeno avrà invece la prerogativa di introdurre l’igiene in pratiche nobili, grazie alla sintesi che opera fra le idee ippocratiche, l’aristotelismo, e le acquisizioni della scienza ellenistica.

Galeno di Pergamo (130 d.C. -210 d.C.)

Il trattato galenico Sull’igiene è un’opera di grande levatura, nota al Medioevo latino attraverso due versioni realizzate in Italia da Burgundio da Pisa e Niccolò da Reggio. Questo trattato tuttavia non è sistematico, bensì organizzato attorno a un’asse centrale: lo studio dell’individuo complesso come oggetto delle cure igieniche. Il paziente necessita, secondo tale logica, di un’attenzione individuale e non generale, poiché la conservazione della salute cambia secondo le complessità e degli habitus corporei.

La concezione galenica postula l’esistenza di un equilibrio ideale, di un’armonia perfetta, la cui alterazione è causa di malattie. A metà strada tra equilibrio e disequilibrio vi è quella che lui stesso chiama neutralità. Il vigore può essere alterato, secondo questi precetti, anche da cause esterne, che vanno ricercate nell’ambiente in cui esso è immerso: l’azione dell’aria-ambiente lo va ad influenzare, per esempio. Pratiche salubri in questo senso sono l’attenzione del sonno e della veglia; dell’esercizio e del riposto; della fame e della sete; del cibo e delle bevande; della sazietà; dei bagni e delle emozioni. Tutto questo è l’igiene secondo Galeno e si troverà in testi a lui posteriori sotto la teoria delle sex res non salutares.

Di: Anna Maria Vantini

Fonti:
Richard Palmer, Health, Hygiene and Longevity in Medieval and Renaissance Europe, in History of Hygiene, a cura di Kawakita Yosio, Sakai Shizu e Otsuka Yasuo, Tokyo, Ishiyaku Euro America, 1991
Pedro Gil Sotres, Le regole della salute, in Storia del pensiero medico occidentale, a cura di Mirko D. Grmek, vol. I, Roma-Bari, Laterza, 1993
Genevieve Miller, Airs, Waters, and Places in History, in “Journal of the History of Medicine”, 17 (1962)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *