Il famoso “re-ladro” poté vantarsi di aver saccheggiato inestimabili tesori provenienti da Babilonia, tra cui figuravano: la stele di Naram-Sin (in arenaria rossa raffigurante quindici guerrieri in guerra), l’obelisco di Manishtusu (una stele a forma di piramide utilizzata come supporto a una grande iscrizione cuneiforme arcadica) e, forse il bottino più importante, l’autentica stele contenente il Codice di Hammurabi, il più antico codice giudiziario al mondo, uno dei monumenti più celebrati e ammirati di sempre!
Tuttavia, in seguito alla morte di Shutruk Nakhunte, al trono di Susa andò il figlio Kutir-Nakhunte, cui successe il fratello Shilkhak-In-Shushinak, “ampliatore dell’impero”. Di lì a poco, l’intervento di Nabucodonosor di Babilonia determinò un ribaltamento delle posizioni geopolitiche dell’area. Egli conquistò l’Elam intorno al 1120 a.C., portando il regno ad un lungo periodo oscuro (1100-700 a.C. ca.).
Tuttavia, non è un caso che questi tre monumenti siano stati riscoperti solo nel XIX secolo, in seguito a scavi condotti direttamente a Susa, la capitale del regno elamita. Shutruk Nakhunte, da perfetto ladro, trovò il modo di conservarli e di nasconderli alle future conquiste da parte di altri regni (tra cui la devastante incursione delle truppe di Alessandro Magno) e la sua strategia di occultamento delle opere razziate fu premiata, permettendogli una conservazione quasi perfetta a Susa, per più di tre lunghi millenni!
Di: Claudio Pira
Fonti:
Mario Liverani, Antico Oriente: storia, società, economia, Roma-Bari, Laterza, 2009
https://it.wikipedia.org/wiki/Shutruk-Nakhunte_I