L’oblio della storia di Buffon sull’origine della Terra

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Proprio tra il Settecento e l’Ottocento, a seguito del sapere divulgativo enciclopedico dell’età dei Lumi, si fa strada un pensiero volto allo studio delle origini sia dell’uomo che della terra stessa.

Alcuni dei primi studi in questa prospettiva li possiamo trovare in Georges-Louis Leclerc conte di Buffon, che si appassiona dello studio della terra, ovvero della geologia. La prima delle sue opere, Théorie de la Terre, fissa il quadro cosmologico e geologico entro cui si sviluppa la poderosa Histoire naturelle.

Georges-Louis Leclerc conte di Buffon (1707-1788).

La seconda opera, Époques de la nature, contiene alcune tra le pagine più speculative di Buffon, rappresentando quella grande sintesi che, in un certo senso, è l’ambizione di tutta la sua attività. Tornando alla prima opera, ci si trova ancora sotto l’influsso di John Woodward – geologo e naturalista inglese, che studia i benefici delle colture idroponiche e dell’acqua distillata negli ultimi anni del XVII secolo, nonché le rocce e i minerali, creando i prodromi della nascita della geologia – e dell’idea leibniziana di un globo originario di materia incandescente e di un fuoco primitivo poi spento.

Buffon non espone una vera e propria concezione personale della Terra e della sua origine, ma riprende tali studi già presenti, nonché la possibilità che una cometa avesse colpito il Sole scagliando nello spazio una massa fluida dalla quale si erano poi staccati i pianeti.

Un’ipotetica immagine di come potesse presentarsi la Terra primordiale presentata da Buffon.

Tramite questi eventi, il passato della terra poteva dirsi simile al presente: ovvero continua ad orbitare attorno al Sole poiché ad esso doveva la propria origine. Essa rileva una continua ripetizione di fenomeni non significativi: costante, irregolare, lenta, come il continuo flusso e riflusso delle acque che coprono il pianeta e hanno colpito montagne, valli ed altre irregolarità della superficie.
Costante ed irregolare è sempre stata anche l’attività dei vulcani, dei venti, piogge e fiumi: hanno modificato ulteriormente gli effetti dell’oceano originario.

Dal 1766, sotto l’influenza di Jean-Jacques Dortous de Mairan, astronomo francese, Buffon si sottrae alla credenza di un modellamento dovuto ad un oceano primordiale, teoria scientifica nota come nettunismo, dando sempre più importanza al calore proprio della Terra, studiato per l’appunto da Mairan in alcune memorie redatte tra il 1749 ed il 1767.

Tetide o oceano primordiale: l’altra ipotesi del modellamento della Terra. 

Intorno al 1770 è ormai un’opinione corrente che le comete non siano molto dense e che quindi abbiano una scarsa forza d’urto. Nelle Époques, la storia del pianeta è scandita in sette diverse epoche o grandi periodi.
La prima va dalla formazione del sistema solare al consolidamento della materia terrestre; la seconda prevede che

la materia, ormai consolidata, ha formato la roccia interna del globo e le grandi masse vetrificabili della superficie. 

Nella terza epoca, il raffreddamento rende possibile l’accumulo delle acque; la quarta prevede un ritiro delle acque e un loro arresto agli attuali livelli; nella quinta

gli elefanti, gl’ippopotami e gli altri animali del mezzogiorno vanno ad abitare le regioni settentrionali. 

Nella sesta epoca, gli attuali continenti si separano e compaiono i primi esseri umani, mentre nella settima ed ultima

la potenza dell’uomo ha assecondato la potenza della Natura.

In tal modo, le Époques si chiudono con una illuministica esaltazione della ragione umana e dell’uomo creatore.

L’opera è sintesi originale di elementi e temi sparsi nella cultura del tempo, piena di slancio speculativo per poche, grandi idee a cui i fatti sono spesso sottomessi, improntata da un deismo di matrice razionalista e fondato sulla separazione netta di scienza e religione laddove Thomas Burnet, William Whiston – teologo il primo e scienziato il secondo, ambedue di origine britannica – John Woodward e Buffon, seguiti da John Whitehurst, Richard Kirwan – scienziato irlandese e fondatore della Royal Irish Society – e John  Jameson si sono spinti, si cerca di far collimare il racconto geologico con il racconto biblico legato alla tradizione mosaica, considerandolo fonte di testimonianze valide quanto i fenomeni fisici.

Tuttavia, Buffon rifiuta nettamente la cronologia biblica e, come dirà poi l’accusa del teologo gesuita, nonché storico, François-Xavier de Feller, limita l’intervento di Dio al non aver ostacolato la formazione dei pianeti. Le sue teorie non convinsero ancora il mondo accademico, nonostante quest’ultima presa di posizione.

François-Xavier de Feller (1735-1802).


Guettard rimprovera a Buffon di essersi lasciato andare a “brillanti fantasie” e di essere annegato “nel mare oscuro delle idee ipotetiche”, ma l’attività speculativa di Buffon è comunque intrisa di critiche, provenienti anche da Charles Bonnet, filosofo speculativo svizzero del Settecento, che credeva in una volontà singola individuale assistita però dal governo divino; Albrecht von Haller, fisiologo, anatomico e medico, scopritore delle terminazioni nervose e della loro funzione; Lazzaro Spallanzani, gesuita padre “scientifico” della teoria della fecondazione artificiale; Eulero, ovvero Leonhard Euler, teorico matematico.

Il dibattito che poi si dipana tra 1700 e 1800 è proprio quello tra i nettunisti, che attribuiscono una primaria importanza all’acqua in qualità di agente geologico, e i vulcanisti, che privilegiano le cause ignee, mettendo in rilievo il ruolo dei vulcani.

La figura principale del nettunismo è Abraham Gottlob Werner, che sostiene l’importanza del fuoco come elemento modellante il pianeta, studi che vedranno una grande eco in James Hutton. Tra le tante teorie, si sostiene anche che i continenti attuali sono solamente delle formazioni transitorie, considerando dunque il tempo geologico come qualcosa di effettivamente immenso e non misurabile. Non si ha un cambiamento in una direzione unitaria, bensì si tratta di un equilibrio dinamico, stabilito dai continui rivolgimenti sotterranei e da una continua rigenerazione.

Furono poi avanzate anche altre due teorie: il catastrofismo ed il diluvianismo, con personalità di spicco come Cuvier e Buckland. Infine, Charles Lyell nei Principles of Geology, postula il teorema dell’uniformismo: successioni irreversibili caratterizzano la vita della e sulla Terra, come se si vivesse in un unico anno geologico.

In questo senso, il pianeta vedrà nascere ed estinguersi in un unico periodo tutte le specie possibili, animali e vegetali.

Alfred Wegener (1880-1930).

Successivamente, si andranno a trattare in modo più specifico le collisioni tra le proposte di geologia unitaria lyelliana, l’idrologia lamarkiana e tesi di orogenesi, ancora di matrice vulcaniana, di Beaumont, delineando una tettonica globale, i cui studi sfoceranno nella teoria della deriva dei continenti di Alfred Wegener.

Di: Anna Maria Vantini

Fonti:
(a cura di) Paolo Rossi, Storia della scienza moderna e contemporanea. Dall’età romantica alla società industriale, voll. II, TEA, Milano, 2000
Buffon George Louis Leclerc, Pezzi scelti di Buffon. O raccolta di quanto i suoi scritti hanno di più perfetto, Presso Sebastiano Nistri, Pisa, 1825
Buffon George Louis Leclerc, Buffon’s natural history. Containing a full and accurate Description of the animated beings in nature, Milner and Sowerby, Halifax UK, 1860
Buffon George Louis Leclerc, The Natural History of Animals, Vegetables, and Minerals; With the Theory of the Earth in General, Gale Ecco Print Editions, Michigan, 2010
P. Giacomoni, Il Laboratorio della Natura. Paesaggio montano e sublime naturale in età moderna, Milano, FrancoAngeli, 2001.
I. Bernhard Cohen, La rivoluzione nella scienza, Longanesi, Milano, 1995

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