Nancy Wake, il Topo Bianco incubo dei nazisti

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Affascinanti uomini in smoking, imbattibili e astuti, che bevono Martini, mentre seducono bellissime donne durante le loro missioni: questo è l’immaginario collettivo legato alla figura degli agenti segreti. Le spie in realtà vivono situazioni spesso ben diverse e molto più movimentate e pericolose di quelle che il grande schermo ci vorrebbe far credere. Gli 007 non sono solo uomini, tutt’altro: la storia ci insegna che, molto più di quello che si crede, sono state delle donne ad essere assunte dalle agenzie (governative e non) per lo spionaggio, grazie alle loro capacità di analisi, di freddezza, di precisione e soprattutto di passare inosservate – questione spinosa dietro a cui c’è un brutto pensiero maschilista che crede la donna meno propensa alla violenza. La Seconda Guerra Mondiale è stata costellata di importanti spie femminili che hanno contribuito, da un fronte all’altro, allo scambio di essenziali informazioni strategiche per la vittoria (o per la perdita) del conflitto. Tra queste curiose figure si trova anche Nancy Wake, una semplice giovane neozelandese che diventerà un vero incubo per la Gestapo.

Nancy Grace Wake Augusta nasce il 30 agosto 1912 a Wellington e, dopo un periodo vissuto con la famiglia a Sydney, la lascia precocemente per appagare il suo carattere ribelle. Trasferitasi negli Stati Uniti impara qui il mestiere di giornalista, che le consente numerosi avventure in molte nazioni, tra cui, la Francia. A trent’anni infatti la ragazza approda a Parigi proprio nei periodi più intensi della storia contemporanea europea: l’ascesa del nazifascismo, lo scoppio della guerra, le persecuzioni razziali e, infine, anche l’occupazione delle truppe di Hitler della sua amata Francia, ormai divenuta “casa”. Wake da qualche anno aveva anche trovato l’amore lì e si era spostata con un noto industriale francese con cui si trasferisce a Marsiglia. L’invasione nazista e gli orrori del Governo di Vichy segnano profondamente la giornalista che decide di mettere al servizio della sua patria adottiva le sue abilità: grazie al suo mestiere, è già abituata a “passare inosservata” per raccogliere informazioni.

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Presi i contatti con la Résistance interieure, Wake colleziona numerosi successi, scovando dettagli sulle strategie, sulle tattiche e sugli obiettivi di interesse nazista, contribuendo a liberare anche importanti prigionieri come il Capitano Ian Garrow, imprigionato nel carcere di Mauzac, che dopo questa esperienza, creerà insieme a Albert Guérisse – un medico militare belga che si farà chiamare in codice Pat O’Leary – la Pat Line, una rete sicura per l’evasione di molti internati politici e militari dalle prigioni francesi poste sotto il controllo dei tedeschi. Coinvolta in queste operazioni è anche Wake che inizia ad acquisire una certa fama tra le fila naziste: chiamata Souris Blanche (Topo Bianco), proprio grazie alla sua agilità e prontezza, la donna diventa un vero e proprio Alptraum, come direbbero i teutonici; per tale ragione Wake scala la classifica dei maggiori ricercati della Gestapo nella zona di Marsiglia, estendendosi poi a tutta la Francia. Gli investigatori tedeschi stanno restringendo sempre più il campo e la paura per la propria incolumità e della propria famiglia si fa sempre più pressante: seguendo il consiglio del marito, Nancy tenta la fuga dal paese verso la Gran Bretagna, ma senza successo.

Mentre è a Tolosa, infatti, viene arrestata (senza prove) dalle truppe naziste con l’accusa di aver fatto saltare in aria un cinema cittadino: interrogata e torturata per quattro lunghi giorni i tedeschi, incapaci di risalire alla sua reale identità, sono costretti a rilasciarla. Riacquisita la libertà Wake non tergiversa ulteriormente e riprende il viaggio interrotto verso il Regno Unito, valicando i Pirenei, attraversando tutta la Spagna, approdando a Gibilterra, navigando verso la Scozia, giungendo infine a Londra sul finire del 1943, dove tenta, invano, di mettersi al servizio del SOE (Special Operations Executive). L’agenzia, sospettosa causa la sua nazionalità e il luogo di provenienza, non ripone immediatamente la sua fiducia in Wake; solo nel 1944, dopo un periodo di osservazione, la donna diventa ufficialmente agente segreto al servizio di Sua Maestà Giorgio VI. Il SOE le affiderà una delicatissima e vitale missione, che la “lancerà” nuovamente nella sua amata Francia. Dopo mesi di addestramento, nell’aprile 1944, la spia viene paracadutata nella regione dell’Auvergne, Francia centrale, proprio a due passi dal nemico occupante.

L’obiettivo primario è quello di creare un ponte di collegamento tra i maquisards, i partigiani francesi, e i militari anglo-americani. Conquistata la fiducia e con l’aiuto dei combattenti locali, Wake si circonderà di un piccolo esercito partigiano (circa 7000 uomini), coordinandolo e preparandolo in vista del venturo D-Day: molti suoi uomini moriranno tragicamente proprio durante lo Sbarco in Normandia, mentre Nancy continuerà a condurre atti di sabotaggio e altre più eclatanti azioni a danno dell’acerrima nemica Gestapo. Sempre nel 1944 guida infatti l’attacco alla polizia segreta tedesca con base a Montluçon, dove ella stessa si sporcherà le mani di sangue: in varie interviste ha raccontato di aver strangolato con le sue stessi mani un soldato tedesco per impedire che lanciasse l’allarme.

Finito il conflitto, torna in Gran Bretagna, ma scopre tragicamente di essere divenuta vedova. Raccolte nuovamente le forze e le speranze, la donna riusce a rifarsi una bellissima vita con un nuovo compagno, morendo alla veneranda età di 98 anni.
Uno spirito combattivo, un animo ribelle, una cittadina del mondo, una donna senza limiti né scrupoli: questa era Nancy Wake, il Topo Bianco.

In questo video i nostri lettori possono visionare e ascoltare un tributo a Nancy prodotto da ABC Australia.

Di: Simona Amadori


Fonti:

Nancy Wake, The White Mouse. The Autobiography of Australia’s wartime legend, Macmillan, Sydney, 1985
Russell Braddon, Nancy Wake: SOE’s Greatest Heroin, Histrory Press, Stroud, 2009

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