22 agosto 1482. Stava finendo la Guerra delle due Rose. Verso Bosworth, Re Riccardo III si distinse come l’ultimo monarca inglese caduto in battaglia.
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“Battle of Bosworth Field”, Philip James de Loutherbourg (1740-1812). |
Un cavallo, un cavallo! Il mio regno per un cavallo!
Ma Shakespeare esasperò ulteriormente la figura del Re, facendo dire all’amico Catesby, che aveva proposto la ritirata,
Vigliacco! Ho puntato la mia vita su una giocata,
e accetterò il rischio del dado.
Credo che ci siano sei Richmond sul campo:
cinque ne ho uccisi oggi, invece di lui.
Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!
In seguito, fu disarcionato, come nella realtà. Da sottolineare come Shakespeare descriva questa battaglia come una gioco i cui partecipanti paiono non rendersi conto della pericolosità della situazione. Lui, il Re, punta la vita su una giocata, quindi è da un lato consapevole della possibilità di morire, d’altro canto non accetta di ritirarsi e di far sì che la centenaria guerra termini senza ulteriori spargimenti di sangue. La realtà dei fatti fu ben più complicata, ma, come espresso prima, Shakespeare ammirava i Tudor e come ogni altro uomo schierato politicamente non potè fare a meno di mettere in cattiva luce i membri della parte avversa.
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Enrico VII d’Inghilterra. |
ùVi era vicino la famiglia Stanley, ufficialmente al supporto del Re, ma che verso la fine della battaglia fu fortemente dalla parte dei Tudor. Gli Stanley dovevano fare attenzione, perché Riccardo teneva il figlio maggiore dei fratelli come ostaggio a corte. Dovevano scegliere con cura il momento in cui cambiare bandiera.
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Bosworth Field oggi, by Alamy Stock Photo. |
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Albero genealogico rappresentante la discendenza dei succitati Re inglesi. |
Tutta questa vicenda, ovvero la Guerra delle Due Rose e la trasposizione letteraria di Shakespeare, dovrebbero far riflettere in merito a ciò che avviene come fattualità e a ciò che invece è da imputarsi alla fantasia di un solo uomo. I testi letterari non sono fonti storiche, bensì fonti letterarie e solo a questo proposito possono rientrare nella cornice storica: vanno valutate in relazione a ciò che piaceva a quel tempo, a ciò che si leggeva o scriveva in materia di storia culturale. Mai un libro di letteratura può definirsi uno speculum del fatto. Questo è l’errore che si compie spesso leggendo i classici: si prende per accaduto ciò che è di fantasia e viceversa. Re Riccardo III era un abile stratega e un uomo lucido, severo e dal carattere forte, non di certo un uomo isterico come descritto.
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Una delle tante rappresentazioni del Riccardo III di Shakespeare. |
Ad oggi, invece, pare che la distinzione vada effettuata tra storia, documentari e film storici: i film storici sono di ispirazione storica soltanto, mai saranno attinenti in toto a ciò che successe e il pericolo della loro diffusione a discapito dei documentari, se non della saggistica storica, sta nel far credere che ci fossero stili di vita e meccanismi relazionali ben diversi da quelli effettivamente avvenuti.
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London’s Tower, oggi. |
Purtroppo, se Shakespeare veniva letto come verità dai meno dotti, ad oggi gli show televisivi e i film storici sono un veleno per la buona storia e la battaglia di Bosworth, descritta storicamente e letterariamente, è un ottimo esempio per dimostrare che occorre abolire la pigrizia e mettersi a cercare fonti più veritiere, documentari più seri, smettendo di contaminare la memoria con qualcosa di ispirazione storica ma ben fuorviante.
Dr. Anna Maria Vantini
Fonti:
– W. Shakespeare, Riccardo III, Garzanti, Milano, 2015
– A. Weir, Lancaster And York: The Wars of The Roses, Vintage Editions, Taylorsville, 2009
– J. H. Ramsay, Lancaster and York; a century of English history (A.D. 1399-1485), Ulan Press, San Bernardino, California, 2009