Lei… è bella. Occhi azzurri, sorriso di perle, malinconia.

Lui è parole e pensieri, abile nello scrivere lo scorcio della vita che si chiude e poi si apre di fronte ad orizzonti nuovi, inesplorati, come l’anima di lei. Per lei, tutti bravi a disegnare le linee delle sue curve, molto meno pratici nel concepire il senso frangibile dei sui pensieri. Per lui, è molto più semplice scrivere anziché dialogare col vento.
Occhi e mani, vago mistero delle ore che muovono il tempo, mistico, caustico, soffocante: tempo.
Lei sorride, lui perde un po’ di sé, lei muove i fianchi ondeggiando al mondo la vanità mesta di una donna più contenuto che apparenza, lui svanisce e poi riappare nello sguardo trasognante di ogni lettore.
La storia che stiamo per raccontarvi è quella dell’amore tra il grande scrittore Arthur Miller e l’attrice, nota più per la sua bellezza che per la malinconia che l’uccise, Marylin Monroe.
Era il 1956, allorquando con rito civile Arthur Miller convolò a nozze con la famosa Marylin Monroe, del loro primo incontro resterà fissa l’impressione dello scrittore affascinato dalla bellezza eterea della tormentata donna.
Un anno strano il 1956, a febbraio dello stesso, nel corso del XX Congresso del PCUS – XX Congresso del Partito Comunista dell’Unione Sovietica – Kruscev sconvolse il mondo intero denunciando il cosiddetto culto della personalità del suo predecessore Iosif Stalin, avviando il processo di destalinizzazione. Il culto della personalità, uno che attribuiva ad un singolo essere umano l’attributo della infallibilità e nel mentre i russi si abituavano a vivere senza una divinità infallibile in grado di convincerli che il male di cui si cibavano fosse panacea, un mese dopo la Francia concedeva l’indipendenza alla Tunisia un processo che fece seguito alle quanto mai famose convenzioni firmate da Mendès-France e Ben Amma del 1955. Intanto l’Italia inneggia Anna Magnani vincitrice de il premio oscar per la “ la rosa tatuata”, e nello stesso anno solo un mese dopo inaugura la corte costituzionale.
Un anno strano il ’56, un anno in cui uno scrittore e un’attrice convolando a nozze innestano nelle pupille dell’opinione pubblica il sogno della poesia che si trasforma in realtà, nonostante la realtà sia ben più complessa di un sogno.
Un amore tormentato sconvolto dalla pressione dei media, e poi il carattere di lui che si scontrava con quello di lei, litigi, incomprensioni, incompatibilità apparentemente insormontabili e fu così che la fine, puntuale come l’orologio che rintocca i minuti, bussò alle loro porte scandendo il tempo alla stregua di una sceneggiatura drammatica.
Il divorzio avverrà a Ciudad Juarez in Messico il 24 gennaio 1961, così le loro strade si separeranno pur mantenendo il lieve parallelismo di chi ha condiviso il bene e il male.
Negli occhi di lui, forse, impressa sarà rimasta la gioia del primo incontro, la bellezza dell’amore che sfuma col naufragio dei sentimenti, e il desiderio di tornare indietro in quell’istante allorquando Marylin altri non era che la luce che illumina il dirupo.
Miller si rifiuterà di prendere parte al funerale della sua amata, si rifiuterà di incontrare quei volti ingiurianti tramutati da una pantomimica commozione, si rifiuterà e in cambio la terrà per sempre nello scorcio più prezioso dell’anima.
Fonti:
Enrico Giacovelli, Mariliyn Monroe, vita, carriera, amori e film, Lindau, 2009, ISBN 978-88-7180-861-1.
Mariliyn Monroe, con Ben Hecht, La mia storia, Donzelli editore, 2009, ISBN 978-88-6036-471-5.
Jeffrey Meyers, The Genius and the Goddess: Arthur Miller and Marilyn Monroe, University of Illinois Press, 2010, ISBN 978-0-252-03544-9.
Alessandra Farace
Articolo bellissimo. Grazie.
Claudio Pira – Redazione
Grazie a te! Continua a seguirci 😉