Grecia, 4 agosto 1936: l’alba di un nuovo regime

Grecia, 4 agosto 1936
Tempo di lettura: 4 minuti Negli anni Trenta del ‘900 l’Europa intera avverte già il pesante odore di una nuova imminente guerra, causa anche le ideologie nazi-fasciste e la loro rapida diffusione, promossa dal senso di riscatto avvertito imperante da molti popoli europei. L’estrema destra fiorirà anche nel paese in cui la democrazia è stata teorizzata e sviluppata nella sua forma più pura: la Grecia, sedotta dal nazionalismo, configurerà una sua personale forma di fascismo grazie a Ioannis Metaxas, politico ellenico che continua ancora oggi a segnare la storia del suo paese.
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Negli anni Trenta del ‘900 l’Europa intera avverte già il pesante odore di una nuova imminente guerra, causa anche le ideologie nazi-fasciste e la loro rapida diffusione, promossa dal senso di riscatto avvertito imperante da molti popoli europei. L’estrema destra fiorirà anche nel paese in cui la democrazia è stata teorizzata e sviluppata nella sua forma più pura: la Grecia, sedotta dal nazionalismo, configurerà una sua personale forma di fascismo grazie a Ioannis Metaxas, politico ellenico che continua ancora oggi a segnare la storia del suo paese.

L’impatto della Prima guerra mondiale era stato molto forte sulla Grecia: nel paese iniziano a farsi strasda ambiziose idee nazionaliste, note come Megali Idea (Grande Idea) la quale prevedeva una sorta di restaurazione bizantina, ovvero l’annessione di tutti i territori in cui erano presenti popoli greci, unificati sotto un unico grande stato, con capitale Costantinopoli. Il progetto non troverà mai un’applicazione pratica e la disfatta nella guerra greco – turca – iniziata nel 1919 e conclusasi nel 1922 – fa naufragare qualsiasi tipo di ambizione. Ma il concetto di superiorità greca fa ancora breccia in molti, accompagnata da una forte germanofilia, promossa dal re Costantino I, di lì a poco deposto e forzato all’esilio. I monarchici tentano un vano colpo di stato per restaurare il sovrano, e nel 1924 la Grecia approda definitivamente nella sua storia contemporanea: si instaura una repubblica in cui nuovi partiti si affacciano, pronti per dare una svolta allo stato ellenico. Tuttavia il desiderio vivo di rinnovamento non trova una sua stabilità, tanto che, dopo un susseguirsi anche di prese di potere militare, nel 1935, dopo un grande plebiscito, il popolo vota per restaurare la monarchia: diventa re Giorgio II, figlio di Costantino I. Ma neanche questa soluzione allieterà lo scontento popolare e nel 1936 il nuovo sovrano: causa lo stallo politico in atto a seguito delle nuove elezioni del gennaio 1936 e per paura di una vittoria del crescente KKE – il Partito Comunista Greco, estremamente inviso al sovrano – sotto un’enorme pressione pubblica Giorgio II affida l’incarico di costituire un nuovo governo nazionale a Ioannis Metaxas, Ministro della difesa e generale noto per la sua adesione al Partito dei Liberi Pensatori (nato nel 1922 con un programma politico lontano dal corporativismo, ideologia che inizia a far breccia solo ad inizio anni Trenta, con l’instabilità politica e soprattutto economica del paese).

Il nuovo Ministro ad interim si presenta come un uomo con precisi valori, in primis un forte nazionalismo ellenico e, come Costantino I, un forte fascino per tutto ciò che arriva o rappresenta la Germania, soprattutto nella sua declinazione militare. Il 5 marzo 1936 Metaxas instaura il nuovo governo che inizia di lì a poco a configurarsi per quello che sarà: una dittatura. Il 30 aprile, a neanche un mese da inizio mandato, Metaxas sospende il Parlamento per un periodo di cinque mesi e nel maggio dello stesso anno alcune insurrezioni operaie gli consentono di dichiarare lo stato d’emergenza nazionale. Il 23 luglio 1936 Giorgio II affida al ministro completa carta bianca sul da farsi: come tanti altri paesi europei di quei fatidici anni, nel giro di quindici giorni anche la Grecia avrà il suo regime totalitario. Il 4 agosto 1936 la dittatura diventa realtà, modellandosi su azioni conservatrici, ortodosso-clericali e su alcune idee nazi-fasciste, tra cui censura, persecuzione dei dissidenti politici, monopartitismo ed esclusione razziale.

Tuttavia, il Regime del 4 agosto – così ricordato – si attiva anche per fortificare le difese greche e per garantire nuove misure sociali alla popolazione, la quale, nonostante fosse simpatizzante per la sinistra, di fatto non si oppose mai animatamente alla dittatura. Probabilmente la visione di ordine e di riscatto nazionalista promossa da Metaxas, sostenitore della Megali Idea, ha sedotto molti greci, stanchi e stremati da un’instabilità politico-economica che affliggeva il paese dal 1919.

Nel 1940 in politica estera il Generale pone la sua attenzione alla ricerca di alleati per difendere il Mediterraneo, bacino più che strategico e nelle mire espansionistiche di molti paesi confinanti, tra cui l’Italia. Nonostante l’associazione con l’Impero Britannico, l’obiettivo di Metaxas di tenere la Grecia lontana dalle vicissitudini belliche ben presto si arena nelle aggressioni del Duce che invaderà il 28 ottobre lo stato ellenico partendo dalle basi italiane site in Albania: “Alors, c’est la guerre!” disse imperativamente Metaxas. Lo scontro con il Regio Esercito Italiano fu inevitabile, ma grazie agli interventi difensivi migliorativi approntanti in precedenza, la difesa greca contenne l’avanzata italiana verso l’Epiro, bloccandola e rispedendola nel giro di sei mesi verso l’Albania, occupandone anche parte dei territori.

Nel trambusto della controffensiva, nel gennaio 1941 Ioannis Metaxas muore, causa setticemia, anche se dubbi su possibili complotti inglesi circa il suo decesso affollano ancora le pagine della storia. La morte di Metaxas coincide anche con il declino della Grecia che, se prima ammirava la potenza ideologica e politico-militare della Germania, ora ne risulterà schiacciata, causa l’invasione nazista di aprile. La precoce morte di Metaxas distrugge definitivamente il progetto di una “terza civiltà greca”, ma non il metaxismo. Questa corrente monarchica e clericale affascina ancora nei giorni nostri, anche se con configurazioni più contemporanee: Alba Dorata, terzo partito politico greco, ha infatti una assodata base metaxista, nazionalista ed euroscettica, rifiutando tuttavia la monarchia come forma istituzionale e apprezzando anche le idee mussoliniane.

Qui un breve tributo britanno al Genereale Metaxas, alleato della corona inglese. Il filmato è conservato presso gli archivi della Associated Press, nell’ambito del progetto British Movieton:

Fonti:

Mogens Pelt, The Establishment and Development of the Metaxas Dictatorship in the Context of Fascism and Nazism, 1936-1941, in «Totalitarian Movements and Political Religions», Volume 2, 2001, Issue 3, pp. 143-172
Aristotle A. Kallis, Fascism and Religion: The Metaxas Regime in Greece and the ‘Third Hellenic Civilisation’. Some Theoretical Observations on ‘Fascism’, ‘Political Religion’ and ‘Clerical Fascism‘ in «Totalitarian Movements and Political Religions», Vol. 8, No. 2, 2007, p. 229–246
Spyridon Ploumidis, Teorie corporativiste nella Grecia del primo dopoguerra (1922-1940): dalla teoria alla prassi, in «Diacronie – Studi di storia contemporanea», N° 29, 1, 2017
P.J. Vatikiotis, Popular Autocracy in Greece, 1936-1941: A Political Biography of General Ioannis Metaxas, Routledge, New York, 1998

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