Bougainville: L’isola dimenticata verso l’indipendenza

Bougainville isola
Tempo di lettura: 3 minuti La storia di una piccola isola, pronta a diventare qualcosa in più...
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Per chi non la conoscesse, nessun dramma! Nonostante infatti Bougainville si presenti come una delle più grandi isole dell’arcipelago delle Salomone, situata nel sud-ovest dell’Oceano Pacifico, è diventata nota ai più solo negli ultimi anni soprattutto per i suoi ricchissimi giacimenti di rame. E, a causa delle mire delle grandi aziende asiatiche, la regione ha indetto un referendum per sancire l’indipendenza dalla Papua Nuova Guinea, di cui fa tutt’ora parte e che è prevista per il 2027.

Autonomia o indipendenza? Punti di vista…

La domanda posta agli elettori è stata semplicissima e li ha sostanzialmente posti dinanzi a una scelta: autonomia o indipendenza? Confondere l’autonomia con l’indipendenza può sembrare una sottigliezza linguistica che deriva dall’idea generale che si ha di libertà tuttavia sono due concetti che si differenziano molto tra loro. La votazione fa parte dell’accordo di pace che è stato raggiunto dopo un interminabile e arduo processo per porre fine a un decennio di conflitti e disordini civili tra il 1988 e il 1998. Gli obiettivi principali dell’accordo di pace, conquistato nel 2001, risultano essere: il disarmo, la creazione di un governo autonomo e l’attuazione di un referendum riguardante il futuro status politico della regione.

L’importanza del referendum per gli isolani

Con il referendum può essere richiesto a un organo elettorale il consenso o il dissenso in merito a una decisione relativa a questioni individuali ma di importanza generale. E’ quindi uno strumento di democrazia diretta che consente agli elettori di pronunciarsi senza alcun intermediario su un argomento specifico in discussione. I requisiti, la disciplina e le caratteristiche sono regolati nei vari sistemi giuridici dei diversi paesi.

La conformazione dell’isola di Bougainville

Concluso il suffragio, terminate le due settimane, il giudizio popolare ha deliberato la vittoria schiacciante, con un 98,31%, per “Independence side”. Nonostante la premessa democratica su cui si basa la votazione, la Papua Nuova Guinea ha l’ultima parola sulle sorti del Bougainville. Il risultato ottenuto rende chiaramente difficile per lo stato ignorarne o ritardarne l’esito, ma tale indipendenza potrebbe richiedere anni per essere raggiunta, secondo alcune stime, non prima del 2027, anche complice l’ondata di Covid che non accenna a diminuire e che sta rallentando il tutto.

Tentativi falliti e lo spettro della nuova guerra civile…

Già nel lontano 1964 il Bougainville insisteva con continue richieste di autonomia dalla PNG, cosicché nel 1973-74 riuscì a istituire un governo provinciale; tuttavia le varie discussioni tra i vertici della PNG e i leader dell’opposizione hanno visto quest’ultima dichiarare unilateralmente l’indipendenza il 1 settembre 1975, questo però accadde poche settimane prima che la PNG si dichiarasse indipendente annettendosi anche la piccola isola.

Alcune immagini dalla guerra civile di Bougainville risalenti al 1990 – Copyright Australian War Memorial

Ulteriori divergenze sorsero con la questione riguardante la miniera di Panguna, all’epoca il più grande sito estrattivo a cielo aperto del mondo, il polo economico della nazione, ma anche il principale capro del conflitto tra i suoi concittadini. Sia per il grande flusso di lavoratori provenienti da tutta la PNG ,attirati dalla miniera, sia per salvaguardare l’ambiente, preoccupati dagli effetti negativi a cui si va incontro, i proprietari terrieri locali ne forzarono la chiusura.

La PNG, uno dei principali beneficiari delle entrate della miniera, dispiegò la propria Forza di difesa (PNGDF) con il supporto dell’ equipaggiamento militare australiano, iniziando una guerriglia contro l’esercito rivoluzionario di Bougainville (BRA). Inizialmente capeggiato da Francis Ona, il BRA si fece promotore di una sorta di “guerra santa” per proteggere la terra e i diritti di Bougainville. Il conflitto ha portato immense perdite e sofferenze tra la popolazione e, in aggiunta, una condanna di embargo da parte della PNG.

Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!

Oltre al conflitto con la PNGDF, la BRA si trovò nella scomoda situazione di dover contrastare dei gruppi a lei affiliati, o che addirittura si sostenevano tali: le bande Raskol, ovvero criminali muniti di armi superstiti della seconda guerra mondiale che se ne andavano in giro a terrorizzare villaggi, commettere omicidi, stupri e saccheggi.

La bandiera ufficiale che verrà adottata dall’isola in caso di indipendenza

Il destino martoriato di questa isola pare essere giunto al termine; saranno necessari anni prima che la questione si formalizzi legalmente e a tutti gli effetti. Si spera che, per lo meno, nel processo verso l’indipendenza vengo rispettati i diritti umani imprescindibili degli abitanti dell’isola.

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